domenica 11 marzo 2012
Novella Parigini (collezione privata della curatrice)
Novella
Parigini è nata a Chiusi (SI) il 29 aprile 1921, da una nobile
famiglia senese.Ha frequentato l'Accademia delle Beaux Arts di
Parigi, conseguendo il diploma di Maestra d'Arte.Nel 1954 la troviamo
a New York dove allestisce grandi mostre recensite dai più
importanti rotocalchi americani (Time, ecc..).
Nel 1962 realizza un Cristo su commissione del Presidente Kennedy, per una chiesa nel Texas.Nel suo studio di via Margutta sono passate le maggiori personalità della cultura di tutto il mondo (da Dalì e De Chirico a Sartre e Cocteau).Le poste francesi hanno emesso un francobollo riproducente un suo dipinto. Molte sono le chiese adornate dai suoi quadri.Le sue opere figurano nelle migliori collezioni e musei del mondo.
Novella Parigini è morta a Roma il 30 settembre 1993.
Nel 1962 realizza un Cristo su commissione del Presidente Kennedy, per una chiesa nel Texas.Nel suo studio di via Margutta sono passate le maggiori personalità della cultura di tutto il mondo (da Dalì e De Chirico a Sartre e Cocteau).Le poste francesi hanno emesso un francobollo riproducente un suo dipinto. Molte sono le chiese adornate dai suoi quadri.Le sue opere figurano nelle migliori collezioni e musei del mondo.
Novella Parigini è morta a Roma il 30 settembre 1993.
sabato 10 marzo 2012
giovedì 8 marzo 2012
Tano Festa (collezione privata della curatrice)
Uomo dalla
raffinata cultura e realmente il fondatore dell’ideologia del gruppo di “Piazza del Popolo”. Esponente di
riguardo della Pop Art italiana,
basti pensare che, negli anni ‘60, le sue opere venivano esposte accanto a
quelle diNewman, Rothko e
Willem de Kooning, è stato uno dei primi della sua generazione a
rovesciare il metodo americano: mentre gli americani raffigurano oggetti di
consumo veri e propri ( barattoli di zuppa, bandiera americana, etc.) come
simboli artistici da cui trarre l'ispirazione, gli italiani, viceversa,
“consumano” l'arte stessa trovando nelle radici culturali della nostra storia
i motivi della loro figurazione.
Nel 1957 consegue
il diploma in fotografia artistica all’Istituto d’arte di Roma, e partecipa
alla rassegna di gruppo introdotta da Pierre Restany con Angeli,
Lo Savio, Schifano, Uncini, alla galleriaLa Salita, e soltanto nel
’61 terrà la sua prima esposizione personale.
Fondamentale
per la sua carriera è la partecipazione insieme a Schifano, Baj e Rotella alla
mostra intitolata “The New Realism” a New York su invito di Sidney Janis.
Nel 1964
arriva la prima Biennale di Venezia, dove viene esposta (per la prima volta)
una delle sue “Persiane”, di chiara ispirazione Metafisica e New
Dada. La scelta del soggetto si intreccia profondamente con la vicenda
personale dell’artista: l’anno precedente infatti, Francesco Lo Savio, fratello maggiore di Tano Festa, aveva cercato
la morte in un albergo a Marsiglia. La sua morte, sentita come tragica ed
eroica, cambia radicalmente l’arte di Tano Festa che, influenzata da un modo
malinconico, quasi crepuscolare, di vedere gli oggetti intorno a sé,
sottolinea la valenza metafisica degli oggetti che segnano il confine della
nostra mortalità: non a caso Festa ricostruisce in legno soprattutto
“soglie”.
Negli stessi
primi anni '60 si sofferma sui maestri della tradizione italiana e del
Rinascimento, in particolare il Michelangelo della
Sistina e delle Cappelle medicee; interviene col colore su fotografie o
ridipinge a smalto immagini proiettate sulle tele, interpretandole come icone
pubblicitarie. Esse rivivono, sovente iterate, in una nuova spaesante
dimensione di clima vagamente surreale, ma con immediata suggestione di
lettura. A New York inizia il lavoro sui “Cieli” ciclo condotto a termine in Italia e presentato a
Milano nella mostra Il Planetario nel 1966. Nel 1967 Festa espone ad Arte in
Italia 1960-77' a Torino. Inserisce nuovamente icone famose prelevate dalla
storia dell'arte in riquadri geometrici o maschere di colore piatto, senza
alcuna componente ironica, pensiamo alle raffigurazioni in chiave moderna dei
suoi “Michelangelo”.
Dopo un
difficile periodo di scarsa creatività e di deludente riconoscimento da parte
della critica, è invitato alla Biennale di Venezia del 1980, 1984. Degli anni
'80 la serie “Coriandoli”, ciclo
in cui il gesto si trasforma in pura poesia, in cui la libertà fantasticata e
sempre teorizzata raggiunge una purezza sublime.
Espone lungo
il decennio a varie rassegne sulla Pop
art mentre nel 1988 viene organizzata una retrospettiva
romana. Dopo la sua morte, è tra i prescelti
da M.Calvesi per la
rassegna romana Novecento alle Scuderie Papali al Quirinale e Mercati
Traianei
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