domenica 29 aprile 2012

ARMANDO MORESCHI (Roma - Italia)




Armando  Moreschi


Nasce a Roma il 5 novembre 1949 ed ha iniziato a sentirsi un artista già dalle scuole Medie inferiori.
Nonostante questo, i Genitori lo instradano a studi tecnici che lo annoiano e gli tolgono completamente la voglia di studiare.
Già però nel 1967, il diciassettenne aspirante-artista, è intento più ad ascoltare le musiche dei Beatles e dei Rolling Stones che a studiare in un istituto tecnico industriale.
Ha in testa, i “capelloni” e le belle idee di pace, che lui e i suoi coetanei cantano e strimpellano in continuazione.
Visto che la scuola non fa per lui, e non viene dai Suoi presa nemmeno in considerazione come alternativa l’iscrizione ad un liceo artististico, entra nel mondo del lavoro.
Inizia anche seriamente a lavorare artisticamente, partecipando  a numerose collettive romane.
Nel suo “studio romano”, che poi è la sua cameretta, prendono forma i suoi primi approcci con opere dipinte o colate su tela e compensato, o semplicemente disegnati su carta e cartoncino.
In tutti i casi la ricerca "la fa da padrona".
I primi tentativi sono i più tradizionali, e naturalmente non lo soddisfano.
L’artista unisce nel percorso della sua vita artistica elementi apparentemente diversi ma per lui inscindibili, come,  la fotografia, la performance la scultura e l’arte del movimento
Già un anno dopo nel 1968,  però egli approda ad un materiale per niente comune per un artista autodidatta e su una tavoletta di legno prende forma “il numero uno”.
Su questa tavoletta viene semplicemente colata dal barattolo colla vinilica.
E’ bellissima, è bianca, ma asciugandosi diventerà trasparente.
Quell’esperimento colorato con dell’inchiostro di china rosso gli rivela che : astratto è bello!
I colori di quegli anni “incendiati” dalle prime rivoluzioni giovanili, lo ispirano alla pace e all’amore e lo invogliano a tematiche e toni da “figlio dei fiori”.
La tecnica però si evolve e nel sessantanove con una tecnica di  “Self-Made” dripping nascono i primi “Rilievi acrilici”.
Il tratto filiforme è a rilievo ed è inizialmente trasparente.
Qualche anno dopo però l’effetto grafico, creato sempre di getto, ( senza una base disegnata ) si evolve in un impasto di conglutinante sintetico e colori acrilici. L’accostamento dei colori, degli inchiostri di china che riempiono gli spazi delimitati dai rilievi, sono dettati da un cromatismo a volte equilibrato a volte violento.
Ispirandosi a volte ai lavori materico-informali di Turcato elabora alcune opere su sfondo fosforescente che ravvivano la sua tavolozza di una luce nuova.
Questa tecnica quindi, dalla ricerca iniziale, si affina nel tempo e attraverso essa l’artista esprime la sua originalità sempre rinnovata sino ai giorni nostri.

http://www.armandomoreschi.com



Hanno detto di lui:


…….la virtù più appariscente di questo artista è la forza e la raffinatezza dei suoi colori. Egli ne fa un uso provocatorio e immediato ed i suoi lavori godono così di un’identità inconfondibile.

Mario Storari


…….la sua opera è carica di un’allegra spontaneità che ci trasporta in un lontano mondo interiore e ci dà a volte una sensazione di silenzio accompagnata a muti segnali misteriosamente filtrati.

Mirella Marini


…….il suo impulso pittorico è dettato da un’ispirazione spontanea che ci dona un’onirica visione dell’uomo e dell’universo che lo circonda.

Michele Cennamo


Testimonianza di una maturità artistica che è riuscita nel tempo ad armonizzare la conflittualità tra la realtà e l’inconscio, ci offre una rappresentazione di un’umanità rinnovata attraverso una costante vitale di dinamismo costruttivo.

Bruno Sillieri


…..sono molto belli, perché pieni di brio e tristezza....
…..pieni di colore solare e ombreggiati da sfumature di solitudine e voglia d’evasione...

Liana Italia


Il labirinto della psiche nelle sue opere ritrova il filo di Arianna che perso il suo vero valore di “fil rouge” che lega gli stati di coscienza, si trasforma in qualcosa di istintivo che è pronto ad essere riportato su una tela che si fa diario di vita. La sua ricerca... spazia tra una memoria che chiede di essere riportata alla luce e il non detto che trova nella dimenticanza la sua migliore rappresentazione.

Salvatore Russo



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